Nel 2006, io – Michel Montaud – mi sono separato dal mio collega, che ha preso un’altra direzione, mentre io ho seguito lo sviluppo della dentosofia.
Per questo motivo su questo sito appaiono due rubriche: prima e dopo il 2006.
Il passato non è da rinnegare ma, dal 2006, mi è apparsa una nuova visione della dentosofia, continuamente arricchita dai risultati clinici sempre più spettacolari.
La dentosofia non mi appartiene. Mi è stata data affinché io stesso poi la distribuisca. Per avere un’idea della dimensione che assume la dentosofia, vi offro la testimonianza di un dentista che ha terminato la sua formazione nel 2014.

“Un giorno Michela, la mia collega dentista, viene verso di me e ha iniziato a parlare di un corso di dentosofia che stava seguendo. Francamente, penso subito che mi stia raccontando delle enormi cavolate. Mi porge una copia del libro “Denti & Salute” e mi dice: «Leggilo, è geniale!».

Sono tornato a casa, ho lasciato il libro sul comodino e non l’ho nemmeno guardato per 6 mesi.

Il tempo passava e Michela aveva sempre più pazienti entusiasti della dentosofia. I loro denti si muovevano, stavano sempre meglio, e io non potevo più negare l’evidenza, c’era davvero qualcosa in questa dentosofia.

Il mio secondo pensiero sono stati i soldi. Nella città dell’altro mio studio non c’era nessuno che praticava questa terapia, scienza, filosofia, come chiamarla? Quindi poteva essere un’ottima opportunità.
Sono allora giunto a Dieulefit (luogo degli stages) per la prima volta, pieno di dubbi, false verità e pregiudizi.

72 ore! È stato il tempo necessario per cambiarmi in un modo che, mai, avrei potuto immaginare.

72 per far crollare il castello di carte delle mie certezze.

Quando, il giorno del rientro a casa, ho parlato con mia moglie di tutto quello che avevo provato e di cosa fosse la dentosofia, lei mi ha lasciato parlare per più di un’ora, poi mi ha guardato negli occhi e mi ha detto:

«Dove sei stato tu? Non riconosco più mio marito!».

Non so se tutti questi grandi cambiamenti, arrivati nella mia vita in questo ultimo anno, sono dovuti al lavoro svolto con l’attivatore, all’incontro con Michel Montaud, alla dentosofia o al fantastico gruppo di persone che hanno condiviso con me questo pezzo di cammino della mia vita.

Non lo so, ed è per me è indifferente.

È fantastico che, dopo ciò, ho davvero iniziato a muovermi nella vita, ad andare avanti. E non sono pronto a fermarmi.

La mia vita e il mio modo di essere continuano ad evolversi.

Non ho più paure né pregiudizi; tutte le porte che mi trovo davanti sono aperte e le attraverso pieno di entusiasmo, pronto a progredire come dentista e come essere umano.

Ora so cos’è veramente importante.

Ho sempre amato la mia professione ma adesso ho trovato qualcosa di più, un benessere incredibile e inimmaginabile solo un anno fa.

Ora la bellezza e l’amore che mi circondano mi sorprendono ogni giorno, mentre prima non li vedevo, troppo preso dal mio stesso egoismo.

Ho intrapreso questo cammino e per niente al mondo tornerei sui miei passi.

Ho solamente un desiderio: poter aiutare, anche una sola persona, a intraprendere questa strada… la strada della dentosofia.

Molte grazie alle due persone che hanno piantato in me il seme della dentosofia.

Grazie Michel/a!”

La nuova visione della Dentosofia

“Il giorno in cui mio figlio ha utilizzato per la prima volta un Attivatore Plurifunzionale, il seme della dentosofia è stato piantato (si veda libro 1 “Denti&Salute”).

Osservati i risultati spettacolari, ci è stato detto:
«Bisognerà considerarvi in rapporto all’odontoiatria correntemente praticata, poiché voi non siete più dei dentisti “classici”. Non siete nemmeno dei “medici dentisti”, come ne esistono in alcuni altri paesi; questi ultimi praticano la stessa scienza odontoiatrica dei dentisti francesi, ma hanno anche una laurea in medicina. Bisogna trovare un termine che ridefinisca la vostra nuova professione».

Parecchi anni fa ci è apparso il termine dentosofia con la seguente definizione: auto-terapia accompagnata, caratterizzata da un approccio umanistico dell’odontoiatria e basata su tecniche funzionali, auto-terapia che evidenzia il legame tra l’equilibrio orale e più ampiamente quello del mondo.

Oggi è per me necessario sfumare a questa definizione.

Il percorso come ricercatore “dell’umano” mi ha portato a venire a contatto con l’eredità di Rudolf Steiner: l’antroposofia (o saggezza dell’uomo).

E l’antroposofia mi ha permesso di comprendere i risultati non spiegabili dalla scienza contemporanea, risultati osservati grazie alla dentosofia.

Arrivando sulla Terra, l’uomo lascia la sua parte spirituale nel mondo spirituale e si ritrova di fronte al mondo sensibile, ovvero la vita sensibile, fisica e palpabile.

È ora richiesto all’essere umano di ritrovare e ricongiungersi con questa parte di sé, spirituale, nascosta.

È il suo compito. Sono fuori da questo contesto le parole Malattia e Terapia.

Si accede così ad una vera e propria rivoluzione dell’ambito della Salute, e non più in quello della malattia, settore predominante della “medicina” attuale.

La dentosofia sarà una terapia solo nella prima fase del trattamento e si trasformerà presto in un reale percorso di vita. Infatti la terapia è un modo per tentare di guarire persone considerate malate.

Dunque siamo tutti giunti in terra per svolgere questo compito.

Fin dalla nascita apprenderemo per raggiungere questo obiettivo e dovremmo consacrarvici tutta la nostra vita presente. È un cammino che sormonta ostacoli che possono chiamarsi anche malattie. Queste “mal-attie” sono dei segni che ci permettono di crescere per accedere alla guarigione (si veda libro 1).

Non è quindi una malattia che ci serve per guarire ma un percorso da completare grazie alle patologie necessarie per poter andare avanti.

È questa la ragion per cui il termine terapia non è più corretto poiché concerne tutti gli uomini senza eccezioni.
Parleremo quindi di un’igiene di vita da instaurare e non più di una malattia.

E la linea fra le due è sottile, poiché è attraverso la “comprensione” delle nostre malattie che si accede al proprio compito (si vedano libro 1 e libro 2 “Cosa dicono i nostri denti”).

Il resto della definizione rimano invariato. La dentosofia utilizzerà la bocca come porta d’ingresso per accedere all’uomo nel complesso (libro 2). Le malformazioni osservate nella bocca sono il riflesso dell’essere umano nella sua totalità, non sono nient’altro che conseguenze esterne di funzionamenti interni. Noi siamo davvero molto lontani dall’ortodonzia del mondo dei denti.

La dentosofia può essere un passaggio necessario per tutti gli esseri umani, essendo essa parte della fisiologia dell’uomo; si parlerà allora di psicofisiologia e non di psicoterapia.

Ritengo che lungo tutta la nostra vita saremo saremo in “psicoterapia”, poiché questa è la norma e lo “psicoterapeuta” più competente per noi siamo noi stessi; diventa quindi necessario riconsiderare la terminologia.

Bisogna usare il termine psicofisiologia invece che psicoterapia perché questo stato d’essere è la normalità per tutti gli esseri umani senza eccezioni. Non è una malattia da guarire in alcuni di noi ma è per tutti un cammino di vita. E questo cammino può essere percorso solo individualmente.

È diventato necessario che ogni uomo acceda al concetto della propria e reale individualità spirituale universale. Questa individualità potrà esistere solamente se è totalmente libera da ogni influenza esterna.

È a questo prezzo che l’egoismo sarà vinto a vantaggio dell’altruismo e della solidarietà. Ciò si chiama Compassione, il cui sentimento principale è… l’Amore.

La tri articolazione Libertà – Uguaglianza – Fratellanza assumerà allora il suo senso completo.

Michel Montaud

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